domenica 8 dicembre 2013

I Casi dell'Educatore Privato Farlock Holmes episodio #1: Una questione terminologica


Uscito dalla facoltà di Scienze della Formazione con il titolo di Educatore Professionale Coordinatore dei Servizi Educativi, dopo  mesi passati a cibarmi di pane e locuste e a chiedermi cosa cazzo fosse un “Educatore Professionale Coordinatore di Servizi Educativi” vidi un annuncio su Porta Portese, Sezione Hobbies / Tempo libero fai da te.

“Cercasi assistente tirocinante, offresi  2 pasti  al giorno e un terzo di porzione su divano letto a una piazza e mezzo. Solo referenziati. No perditempo. Rivolgersi a Agenzia Educativa privata Farlock Holmes”

Seguiva numero telefonico.
Avevo finito il pane e il credito dal fornaio e le locuste mi erano venute un po’ a noia. Non mi restituivano nemmeno le calorie che impiegavo per catturarle visto che era già dicembre, inoltre, un terzo di letto a una piazza e mezza era sempre meglio dello scomodo sedile del 45 notturno su cui trascorrevo le notti di quel rigido inverno.



Chiamai, presi un appuntamento  e il telefonista mi disse di presentarmi il giorno dopo per la selezione.

Quando arrivai all’Agenzia, che aveva sede in un box auto di 13 metri quadri al secondo piano  sotterraneo di uno stabile popolare a Ponte di Nona, a soli 22 km dal centro di Roma e a 15 dal centro di Gallicano nel Lazio, scoprii con grande sollievo che non avrei dovuto attendere molto. In fila c’ero solo io. Fu allora che conobbi Farlock Holmes, un vero e navigato Educatore. Fui rapito dalla sua figura. 

Alto, sguardo assorto nella risoluzione di chissà quale complicato enigma, si preparava la pipa recuperando frammenti di tabacco bruciacchiati da cicche spente raccolte in strada. Il suo abbigliamento era stiloso anzichenò, dal cappellino Forclaz  alle scarpe Quechua, tutto griffato  “prodotto Blu di Decathlon”.

Feci in tempo a dire solo:
- Mi chiamo Watson. Elementare Watson.
Il telefono squillò. Farlock alzò il ricevitore.

- Agenzia Educativa Farlock Holmes, disse
- ….
- Si
- ….
- Arriviamo subito.

Riattaccò e mi disse:
- Andiamo Watson!

Si alzò dalla scrivania Ikea Laiva (€17,99) e mi fece segno di seguirlo. Risalimmo dal secondo piano sottoterra alla superficie e lo seguii fino ad una bici Graziella color ruggine legata ad un palo
- Si sieda pure sul sellino e pedali, si consideri in prova, le darò le indicazioni per arrivare sulla scena del misfatto
Lui prese posto sul portapacchi e io cominciai a pedalare.

40,8 Km dopo eravamo  al Centro di Aggregazione Giovanile di Casalotti.
Un educatore ci fece entrare e senza nemmeno una parola ci mostrò il caso da risolvere:

Tre ragazzi  si stavano lanciavano insulti terribili oltre alle suppellettili del centro.
- Tu sei un frocio succhiacazzi, diceva uno
- Zingaro di merda, diceva un altro
- Mongolino spastico! diceva un terzo.


Ora, non posso qui celare il disappunto, visto che partecipo regolarmente al Gay Pride, sono contro il razzismo e per i diritti dei diversamente abili. Quello che però complicava la situazione era che colui che inveiva contro i gay era su una carrozzina, il secondo aveva rossetto sulle labbra e le unghie laccate ed il terzo era  un Rom.

Io, giovane educatore inesperto non avrei saputo da dove cominciare, mentre serafico, Farlock, si inserì al centro della contesa, attirando su di se lo sguardo dei tre.

- La vostra terminologia mi sembra del tutto inadeguata, disse, senza interrompere il contatto visivo, guardate me, io sono un Educatore Professionale, secondo voi utilizzerai mai insulti banali come i vostri?

- Ha ragione! Disse il diversamente abile.
- In effetti ... aggiunse il gay
- Bravo Gagiò! concluse il Rom.

Poi la tregua finì e i tre ripresero a fronteggiarsi con le stecche appena divelte dal Calcio Balilla.

- Tu! Faccia da educature! Disse il primo
- Vaffa l’educatore professionale! Inveì il Gay sul Rom
- Tua mamma fa l’Educatrice! Fece il Rom al carrozzato.

Il caso era brillantemente risolto.
- Elementare Watson, possiamo andare. Disse Farlock
Incassammo la parcella  e inforcammo di nuovo la Graziella.
[Blanqui]

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